Storia della bicicletta
UNA BELLA APPLICAZIONE DEL GIROSCOPIO
Skateboard elettrico autobilanciato, ecco come funziona
Gli smart scooter, un po' segway e un po' skateboard, sono sicuramente tra i gadget più divertenti degli ultimi anni e per questo stanno conoscendo un rapido successo, soprattutto tra i più giovani. Nell'articolo vi spieghiamo le basi del suo funzionamento.
Alcuni li chiamano hoverboard (erroneamente), altri smart scooter o scooter autobilanciati, ma al di là del nome una cosa è certa: questi gadget futuristici sono davvero divertenti ed anche la fisica e la meccanica che stanno dietro (o per meglio dire sotto) sono molto interessanti.
A differenza dei veri hoverboard, che fluttuano a mezz'aria utilizzando particolari tecnologie di levitazione magnetica, gli smart scooter hanno due ruote e funzionano grossomodo come i segway ma mancano di manubrio e sono quindi più difficili da guidare rispetto a questi ultimi, dotati di una barra di sostegno per il passeggero che si estende dalla pedana fino all'altezza delle braccia.
Per restare in equilibrio su uno smart scooter invece è necessario controllare il movimento del veicolo unicamente con i piedi: sostanzialmente per andare avanti ci si china in avanti, spingendo verso il basso con la punta dei piedi, mentre per spostarsi indietro ci si piega leggermente nella stessa direzione, spingendo sui talloni. Cambiare direzione invece è una manovra un po' più complessa (la vedremo meglio tra poco).
Ma cos'è che fa avanzare gli smart scooter? Il segreto è nelle ruote, come spiegano i ragazzi diBestElectricHoverboard. Ciascuna delle due ruote infatti contiene un motore e una serie di sensori in grado di rilevare inclinazione e velocità dello scooter.
Questi sensori, attivati dal peso del guidatore quando sale sullo smart scooter, inviano poi le informazioni raccolte a una scheda di controllo e a un giroscopio, entrambi alloggiati all'interno della piattaforma d'appoggio e quindi inoltrate al "cervello" dello scooter.
Qui un piccolo computer processa tutte le informazioni ricevute ed invia di conseguenza dei comandi ai motori delle due ruote, dicendogli quanto velocemente e in che direzione ruotarle.Per comprendere come funziona questo processo, immaginate di essere su uno di questi veicoli e di voler andare avanti. Quando si preme sulla punta dei piedi piegandosi contemporaneamente in avanti, il movimento viene ovviamente rilevato dai sensori, tradotto da scheda di controllo e giroscopi e inviato alla scheda logica, che poi dirà ai motori di muovere le ruote in avanti ad una velocità sufficiente a "tenere il passo" con il vostro corpo, impedendovi così di cadere.Per girare a destra invece sarà necessario piegarsi in avanti sul piede sinistro e indietro su quello destro: in questo modo il computer dirà ai motori di far muovere la ruota sinistra in avanti e quella destra all'indietro, in modo da far ruotare lo scooter verso destra.
Gli smart scooter, un po' segway e un po' skateboard, sono sicuramente tra i gadget più divertenti degli ultimi anni e per questo stanno conoscendo un rapido successo, soprattutto tra i più giovani. Nell'articolo vi spieghiamo le basi del suo funzionamento.
Alcuni li chiamano hoverboard (erroneamente), altri smart scooter o scooter autobilanciati, ma al di là del nome una cosa è certa: questi gadget futuristici sono davvero divertenti ed anche la fisica e la meccanica che stanno dietro (o per meglio dire sotto) sono molto interessanti.
A differenza dei veri hoverboard, che fluttuano a mezz'aria utilizzando particolari tecnologie di levitazione magnetica, gli smart scooter hanno due ruote e funzionano grossomodo come i segway ma mancano di manubrio e sono quindi più difficili da guidare rispetto a questi ultimi, dotati di una barra di sostegno per il passeggero che si estende dalla pedana fino all'altezza delle braccia.
Per restare in equilibrio su uno smart scooter invece è necessario controllare il movimento del veicolo unicamente con i piedi: sostanzialmente per andare avanti ci si china in avanti, spingendo verso il basso con la punta dei piedi, mentre per spostarsi indietro ci si piega leggermente nella stessa direzione, spingendo sui talloni. Cambiare direzione invece è una manovra un po' più complessa (la vedremo meglio tra poco).
Ma cos'è che fa avanzare gli smart scooter? Il segreto è nelle ruote, come spiegano i ragazzi diBestElectricHoverboard. Ciascuna delle due ruote infatti contiene un motore e una serie di sensori in grado di rilevare inclinazione e velocità dello scooter.
Questi sensori, attivati dal peso del guidatore quando sale sullo smart scooter, inviano poi le informazioni raccolte a una scheda di controllo e a un giroscopio, entrambi alloggiati all'interno della piattaforma d'appoggio e quindi inoltrate al "cervello" dello scooter.
Qui un piccolo computer processa tutte le informazioni ricevute ed invia di conseguenza dei comandi ai motori delle due ruote, dicendogli quanto velocemente e in che direzione ruotarle.Per comprendere come funziona questo processo, immaginate di essere su uno di questi veicoli e di voler andare avanti. Quando si preme sulla punta dei piedi piegandosi contemporaneamente in avanti, il movimento viene ovviamente rilevato dai sensori, tradotto da scheda di controllo e giroscopi e inviato alla scheda logica, che poi dirà ai motori di muovere le ruote in avanti ad una velocità sufficiente a "tenere il passo" con il vostro corpo, impedendovi così di cadere.Per girare a destra invece sarà necessario piegarsi in avanti sul piede sinistro e indietro su quello destro: in questo modo il computer dirà ai motori di far muovere la ruota sinistra in avanti e quella destra all'indietro, in modo da far ruotare lo scooter verso destra.
NON CHIAMATELO PALLONE GONFIATO
H.A.V.(Hybrid Air Vehicle)
“Sta di nuovo cominciando a piovere. Perde però d’intensità. I motori posteriori della nave si stanno mantenendo… quel tanto che basta per evitare che si… è in fiamme!” La tragedia irrompe nella storia il 6 maggio 1937. Il dirigibile Hindenburg brucia e atterra pesantemente al suolo, afflosciandosi come un corpo morto. Molti passeggeri muoiono carbonizzati, altri riescono miracolosamente a salvarsi. È, dopo il Titanic, il maggior disastro della prima metà del Novecento.
Lo scoppio dell’Hindenburg ha rappresentato la fine del trasporto aereo attraverso i dirigibili. Dal 1937 questi grandi palloni, riempiti di idrogeno, non hanno più attraversato i cieli con la loro andatura imperiosa. Abbandonati dal ventesimo secolo, il ventunesimo li vuole riscoprire. Il loro fascino innato e le nuove tecnologie permettono di pensare ad un nuovo tipo di dirigibili: più sicuri, più veloci ma soprattutto meno inquinanti. La partita su cui si gioca la rivincita del dirigibile si basa sull’atteggiamento eco-friendly di questi burberi e vistosi aeromobili. Dimenticatevi il tipico profilo “a sigaro” dei vecchi Zeppelin tedeschi. Con l’Hybrid Air Vehicle (H.A.V.) il dirigibile prende la conformazione di una robusta ala. Dotato di cuscinetti hovercraft, l’aeromobile sarà in grado di atterrare e decollare da qualsiasi tipo di superficie, anche marina. Le potenzialità di questi nuovi mezzi sono sbalorditive. Nel campo petrolchimico i dirigibili potrebbero soppiantare le petroliere. Il trasporto di merci nel settore minerario potrà essere garantito anche nelle zone più impervie del mondo con questi sofisticati giganti del cielo. Per questo motivo, alcune industrie di trasporti aerei stanno pensando di dotarsi dei H.A.V.
La vera domanda che tutti si fanno però è questa: riusciranno i dirigibili a ritornare sul mercato per il trasporto passeggeri? Dare una risposta è prematuro. Tuttavia, il caso dell’Hybrid Air Vehicle pone alcune riflessioni; in primo luogo sul modo in cui si è pensato ad un’invenzione che sembrava definitivamente abbandonata dal 1937. Originalità e tecnologia si sono unite, dando vita ad un prodotto che incuriosisce. Forse, un giorno non resteremo più tanto meravigliati nel vedere un dirigibile che atterra sul lago di Garda o a Central Park. Quel momento è ancora lontano. Intanto, lasciamoci trasportare dal fascino di un mezzo che, nel bene o nel male, attrae e stupisce per la sua volontà di non volere essere ricordato solo nelle pellicole in bianco e nero.
“Sta di nuovo cominciando a piovere. Perde però d’intensità. I motori posteriori della nave si stanno mantenendo… quel tanto che basta per evitare che si… è in fiamme!” La tragedia irrompe nella storia il 6 maggio 1937. Il dirigibile Hindenburg brucia e atterra pesantemente al suolo, afflosciandosi come un corpo morto. Molti passeggeri muoiono carbonizzati, altri riescono miracolosamente a salvarsi. È, dopo il Titanic, il maggior disastro della prima metà del Novecento.
Lo scoppio dell’Hindenburg ha rappresentato la fine del trasporto aereo attraverso i dirigibili. Dal 1937 questi grandi palloni, riempiti di idrogeno, non hanno più attraversato i cieli con la loro andatura imperiosa. Abbandonati dal ventesimo secolo, il ventunesimo li vuole riscoprire. Il loro fascino innato e le nuove tecnologie permettono di pensare ad un nuovo tipo di dirigibili: più sicuri, più veloci ma soprattutto meno inquinanti. La partita su cui si gioca la rivincita del dirigibile si basa sull’atteggiamento eco-friendly di questi burberi e vistosi aeromobili. Dimenticatevi il tipico profilo “a sigaro” dei vecchi Zeppelin tedeschi. Con l’Hybrid Air Vehicle (H.A.V.) il dirigibile prende la conformazione di una robusta ala. Dotato di cuscinetti hovercraft, l’aeromobile sarà in grado di atterrare e decollare da qualsiasi tipo di superficie, anche marina. Le potenzialità di questi nuovi mezzi sono sbalorditive. Nel campo petrolchimico i dirigibili potrebbero soppiantare le petroliere. Il trasporto di merci nel settore minerario potrà essere garantito anche nelle zone più impervie del mondo con questi sofisticati giganti del cielo. Per questo motivo, alcune industrie di trasporti aerei stanno pensando di dotarsi dei H.A.V.
La vera domanda che tutti si fanno però è questa: riusciranno i dirigibili a ritornare sul mercato per il trasporto passeggeri? Dare una risposta è prematuro. Tuttavia, il caso dell’Hybrid Air Vehicle pone alcune riflessioni; in primo luogo sul modo in cui si è pensato ad un’invenzione che sembrava definitivamente abbandonata dal 1937. Originalità e tecnologia si sono unite, dando vita ad un prodotto che incuriosisce. Forse, un giorno non resteremo più tanto meravigliati nel vedere un dirigibile che atterra sul lago di Garda o a Central Park. Quel momento è ancora lontano. Intanto, lasciamoci trasportare dal fascino di un mezzo che, nel bene o nel male, attrae e stupisce per la sua volontà di non volere essere ricordato solo nelle pellicole in bianco e nero.
VOLARE CON IL SOLE
Il Solar Impulse è un velivolo quadrimotore ad ala alta, realizzato in Svizzera, presso il Politecnico Federale di Losanna.
Il velivolo Solar Impulse è caratterizzato dalla possibilità di librarsi senza combustibile in quanto alimentato da celle fotovoltaiche a energia solare e da accumulatori al Litio. Ha eseguito il giro del mondo (42000 Km ) in 17 tappe. Ha una apertura alare di circa 70 m può trasportare 2 persone con 650 Kg di batterie e un peso complessivo di 26 quintali.
Il velivolo Solar Impulse è caratterizzato dalla possibilità di librarsi senza combustibile in quanto alimentato da celle fotovoltaiche a energia solare e da accumulatori al Litio. Ha eseguito il giro del mondo (42000 Km ) in 17 tappe. Ha una apertura alare di circa 70 m può trasportare 2 persone con 650 Kg di batterie e un peso complessivo di 26 quintali.